Ma il regista ha un background corposo,
costellato di lavori impegnati. La prima regia firmata
da Tinto risale al 1963, "Chi lavora è perduto",
seguito "Il disco volante" (con Erika Blanc),
"La mia signora" (Silvana Mangano), "ça
ira" (Sandra Milo), "Yankee", "Col
cuore in gola" (Ewa Aulin) e "Nerosubianco"
(Anita Sanders). Questo periodo serioso, ma segnato sempre
e comunque da trame con risvolti erotici, prosegue con
"L'urlo" (Tina Aumont), "Dropout"
(Vanessa Redgrave), "La vacanza", poi i più
famosi "Salon Kitty" con Therese Ann Savoy,
"Action" con Adriana Asti tra le altre, e il
discusso "Io, Caligola" del 1980.
Si gira pagina, inaugurando quel filone di commedia erotica
in cui Brass ha trovato il suo marchio di fabbrica, con
"La chiave" (chi non ricorda Stefania Sandrelli?),
"Miranda", "Capriccio", "Così
fan tutte", "L'uomo che guarda", "Fermo
posta Tìnto Brass", "Monella", "Tra(sgre)dire",
Senso '45" e "Fallo".
Un ometto a tutto tondo, si può definire, uno per
tutte le stagioni insomma, con predilezione per l'estate,
quando le gonne svolazzano e invogliano a pensieri maliziosi
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